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Agosto
27
2008

Dio ricicla, il diavolo brucia!

Scritto da TerritoRioT

Parola del luminare di fama mondiale Prof. Paul Connett della St. Lawrence University di New York massima autorità scientifica nel campo della mondezza ed ideatore della strategia “Rifiuti Zero 2020”.

Un metodo di smaltimento dei materiali considerati obsoleti che sembra apparentemente utopico da realizzare ma in realtà possibilissimo: basta pensare alla città di San Francisco, i cui 850mila abitanti aderiscono alla campagna internazionale basata fondamentalmente sulla critica al consumismo contemporaneo, che pretende di usare e gettare come se non esistesse un domani, ed espressa dalla grammatica delle R: riduzione, riuso, raccolta differenziata e riciclaggio.

Si tratta di una delle alternative più vantaggiose agli impianti di incenerimento e alle discariche, ma per poterla portare a termine è necessario pensare al problema dello smaltimento dei rifiuti in termini di progettazione industriale: se un prodotto non può essere riciclato non deve essere realizzato.

Basta pensare alla plastica degli imballaggi, dei sacchetti, degli involucri per il trasporto, basti pensare ad una risorsa affatto rinnovabile come il petrolio, onnipresente all’interno della nostra quotidianità.

Il passo successivo è la comunità a doverlo fare, attraverso una corretta differenziazione dei rifiuti domestici, che prevede una suddivisione in secco (vetro, alluminio, carta) e umido (residui alimentari e sostanze biodegradabili), ed è la raccolta di quest’ultimo a rendere eccellente il sistema di smaltimento attraverso l’intera filiera: evitando di contaminare la spazzatura, questa può essere rimessa più facilmente e rapidamente in circolo attraverso il riciclaggio.

In più l’umido alimentare può essere riutilizzato nel settore dell’agricoltura attraverso la realizzazione del compostaggio, ottimo arricchente per la terra e per il proprio giardino domestico.

È quasi normale provare un senso di smarrimento confrontando la nostra cultura con un modello strategico come quello di “Rifiuti Zero”, così abituati a rispondere ad ogni tentativo di alternativa con il consueto “Cosa ne facciamo della spazzatura? Ce la mangiamo?”.

I rifiuti sono una risorsa economica sottovalutata dalle nostre comunità: grazie ai posti di lavoro creati dalla gestione della raccolta differenziata, e dal conseguente ritorno nel ciclo produttivo, dal recupero di oggetti e materiali e dalla loro vendita.

La metafora più consona al calabrese è una sola: la mondezza è come il porco, non si butta via niente.