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Febbraio
03
2008

Assolutamente un successone

Scritto da Coordinamento "Liberi tutti"

caproNon potremmo definire altrimenti la manifestazione nazionale di sabato, non potrebbe passare diversamente agli archivi della memoria nostra e della città tutta.

Chi, dal basso o dall'alto, ha pensato bene di provare a gettare discredito sul risultato ottenuto dal movimento dei movimenti, sceso festosamente in piazza, lo ha fatto certo non per amor di cronaca o di responsabilità ma perché, i pennivendoli cosentini tutti, assolutamente funzionali alla realizzazione dei piani criminosi che si perpetrano in questa città, non possono certo tradire le aspettative dei loro finanziatori/fiancheggiatori occulti, spesso i soggetti contro i quali, il movimento cosentino si scaglia nel combattere le sue battaglie per le libertà e la giustizia sociale.

Ridurre ad una mera questione numerica la portata della giornata di ieri, ricorda il tentativo di qualcuno di voler definire sovversione la presa di coscienza di tanti e tante che ancora, vogliono credere e vogliono lottare per rendere il mondo un qualcosa di diverso; pubblicare di negozi chiusi e commercianti trincerati dietro sbarre, è ammettere candidamente della faziosità che contraddistingue le redazioni cittadine; provare a riesumare simboli e frasi che Cosenza non ha mai conosciuto, sa semplicemente di barzelletta fuori tempo.

E ieri si è scesi in piazza per ribadire questo: Cosenza è una città viva, poco incline a subire passivamente strumentalizzazioni di sorta, solidale e schierata al fianco dei suoi figli perseguitati da un teorema visionario, un romanzo, un qualcosa che insomma tutto è, tranne che un impianto accusatorio presentato per come la legge dispone ovvero basato su delle prove certe.

Dunque, si riparte dalla piazza, piazza Zumbini per l'esattezza, piazza scelta non a caso: dice Voltaire, che per misurare il grado di democrazia d'un popolo, basterebbe fare un giro nelle sue carceri; crediamo noi, che altro strumento per tastare il polso al grado di democraticità d'una nazione, sia indagarsi su quante morti bianche vi occorrano ogni anno... Proprio per voler dare luce a questo dolente tasto, è stato scelto il monumento ai caduti sul lavoro per far da sfondo al concentramento dei manifestanti, una sirena da "inizio turno" per scandirne la partenza.

Già la massiccia partecipazione alle iniziative d'avvicinamento alla data di sabato, ci aveva confortato e non poco, donandoci ottimismo nell'immaginare del corteo.

Ma la sete di partecipazione di Cosenza, ieri, ha stupito anche noi, ed in specie quando il serpentone s'è inerpicato tra le strade del centro storico, fredde ed ammuffite mura ma abitate da gente col cuore grande.

Questo è il dato che ci interessa analizzare e rilanciare: la gente non ha mai smesso di credere e d'essere cosciente che è la partecipazione l'unico strumento di cui dispone per far sentire la sua voce ed anche se cittadini in una terra martoriata ed erosa nelle sue viscere dal malaffare, nella quale ogni tentativo di creare una rete permanente promossa da chi non vuole piegarsi a queste logiche di prevaricazione viene immediatamente ostraciato da questure, procure e scagnozzi vari, anche loro, i signorotti detentori dei poteri forti, tremano dinnanzi ad una partecipazione viva come quella di sabato, mossa sulla scia dell'indignazione provocata dal loro atteggiarsi in città.

Sosteniamo dunque, essere l'incontro il momento dal quale far emergere la voglia di cambiamento mostrata ieri dai cosentini.

Incontro e confronto, quali reazioni genuine da contrapporre alle illiberali coercizioni che s'abbattono quotidianamente sulle nostre vite.

Incontro e confronto che, proprio perché uniche armi in mano nostra, dovranno avvenire come sempre alla luce del sole.

Rilanciamo dunque, come nelle giornate di preparazione del corteo, l'idea di far ruotare il dissenso e la voglia di sovvertire alle dinamiche che ci vorrebbero perdenti, attorno al chiosco comunale sito in piazza XI settembre, cui chiederemo il prolungamento della concessione. Che diventi il punto di raccolta del malcontento d'ogni cittadino, che diventi il punto di partenza per la costruzione d'una nuova città vivibile. Che faccia circolare non solo appelli di solidarietà a chi si trova sotto processo, ma anche a chi nei territori lotta per non farsi schiacciare da logiche che impongono il malaffare prima della dignità della popolazione.

Intanto ricordiamo che lunedì 4 febbraio, nell'aula di Corte d'Assise riprenderà il processo con le arringhe della difesa, certi che il collegio difensivo non incontrerà nessuna difficoltà a rendere, agli occhi della Corte, semplicistiche le accuse mosse dal Fiordaliso.