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Agosto
28
2008

TerritoRioT #1

Scritto da TerritoRioT

In questo numero 1:

L'editoriale

Era il 31 maggio del 2007, quando MDT faceva la sua prima apparizione pubblica: un convegno a Gioia Tauro, con il prof. Paul Connett, sull’incenerimento dei rifiuti, sui danni alla salute dei cittadini e le ripercussioni sull’economia della Piana.

Da allora le nostre magliette e le nostre bandiere sono state presenti non solo su tutto il territorio pianigiano, ma anche su quello nazionale, per far sì che la “questione Gioia Tauro” non fosse solamente un problema locale ma diventasse caso per l’Italia tutta. E d’altronde una concentrazione così alta di mega-impianti inquinanti in un fazzoletto di terra così martoriato da pesanti problematiche sociali, non può essere solamente una faccenda locale.

Le 8.500 firme raccolte contro il raddoppio dell'inceneritore e le 8mila persone scese in piazza a spingere il Consiglio Regionale per bloccare quest'assurdità, le numerose iniziative nei vari comuni pianigiani, il presidio per monitorare l'inceneritore durante la crisi campana sono solo alcuni dei diversi risultati ottenuti dall'MDT.

Un Movimento che ha lavorato e che è cresciuto nel tempo, al punto tale che oggi si pone grossi interrogativi sulle modalità più idonee al proseguimento della lotta! Alcuni ritengono che sia da privilegiare un percorso “istituzionale” legato alle logiche di rappresentanza partitiche ed elettorali, noi insistiamo nel credere che l’unica possibilità che abbiamo per difendere questi territori sia continuare a lavorare tra la gente per sviluppare la crescita della coscienza collettiva, capace non soltanto di costruire un percorso di lotta efficace ma anche di imporre dal basso scelte realmente sostenibili: coscienza che solo la pratica dell’autorganizzazione può far maturare!

La difesa dell’ambiente, inoltre, non è materia solo per amanti della natura: la questione ambientale oggi è questione di salute e, ancor più, di libertà, significa poter scegliere il futuro che “noi” vogliamo per noi ed i nostri figli, non quello che ci vorrebbero imporre i grandi potentati economici internazionali.

Difendere il territorio significa anche cercare di salvare, o ricreare, quella complessità di relazioni sociali che fanno di un gruppo di donne e uomini una comunità. Ed è dalle comunità, solo dalle comunità, che può venire la vera democrazia!

Quella che stiamo affrontando è una battaglia di lungo respiro, che ha bisogno del contributo di tutte e tutti, ognuno con la propria diversità! Noi, quelli di TerritoRioT, ci saremo sempre! Perché la nostra lotta è la lotta di tutti quelli che credono che un nuovo modello di sviluppo sia necessario, senza guerre e sfruttamento, centrali che producono veleni, ponti che uniscono deserti e treni vuoti ultraveloci.