(L)imitazione presenta i Ronin
Giovedì 7 maggio (L)imitazione presenta i Ronin al Cartella!
“Quando l’arte non risuona” vuol dire che ha bisogno di più attenzione. Il collettivo (L)imitazione è partito da questa considerazione ed è orgoglioso di poter presentare le prime date che vadano oltre il calendario di concerti proposto ad ottobre.
Dopo avere coinvolto 22 band reggine che hanno deciso di sostenere il progetto, arriva il momento delle esibizioni a Reggio Calabria di band nazionali, ed in futuro anche internazionali, che condividendo i motivi della proposta artistica originale hanno deciso di supportarne le iniziative:
Sul palco del CSOA Cartella giovedì 07 Maggio 2015 ci saranno i Ronin!
BIOGRAFIA
I Ronin nascono dal desiderio maturato in Bruno Dorella (già Wolfango, attualmente anche metà di OvO e Bachi da Pietra) intorno al 1999 di formare una band che unisse il western morriconiano, l'isolazionismo chitarristico e certo folk mediterraneo e balcanico. Trovare i musicisti adatti richiese tempo e così solo nel 2003 vide la luce il primo EP "Ronin", che diventòanche colonna sonora del mediometraggio "Rocca Petrosa" di Cosimo Terlizzi. Da subito il gruppo inizia un'intensa attività concertistica in Italia e in Europa. Nel 2004 arriva il contratto con Ghost Records, che pubblica il primo album (ancora omonimo). Una canzone dell'album, "I Am Just Like You", entra nella colonna sonora del film "Tu Devi Essere Il Lupo" di Vittorio Moroni. Il secondo album "Lemming" esce nel 2007 sempre per Ghost ed è disco del mese sulle riviste specializzate Rumore e Blow Up. Alcuni brani di questo album entrano nella colonna sonora del film "Vogliamo Anche le Rose" di Alina Marazzi, di cui i Ronin firmano anche la colonna sonora originale, uscita per Rhino/Warner Music Italia. Altri brani di “Lemming” diventano la colonna sonora del documentario “Via Selmi 72” di Mauro Diciocia e finiscono tra le musiche di fiction e programmi televisivi. Nel 2009 esce il terzo album “L’Ultimo Re”, che ha riscontro a livello europeo e permette al gruppo di affrontare nuovamente i palchi italiani ed esteri. La formazione subisce vari cambiamenti e nel gennaio 2012 esce il nuovo album per Santeria/Audioglobe, intitolato "Fenice": ancora una volta la critica è compatta nel giudicarlo un lavoro di altissimo livello e il nuovo disco fa da traino ad un lungo tour. Circa un anno dopo esce il 7" in edizione limitata intitolato "Twin Peaks" contenente le reintepretazioni dei Ronin di due celebri temi composti da Angelo Badalamenti per la serie di David Lynch. Dopo la sonorizzazione dal vivo de “L’Isola” di Kim Ki-Duk, commissionata dal Mosaico Film Festival di Ravenna nel maggio 2013, a marzo 2014 esce nelle sale cinematografiche "Il terzo tempo" (diretto da Enrico Maria Artale) la cui colonna sonora è interamente composta ed eseguita dai Ronin. Nello stesso anno escono anche due film di cui i Ronin firmano i titoli di coda: “Match” di Stephen Belber e “Tutto Parla Di Te” di Alina Marazzi.
I Ronin hanno pubblicato nell’autunno del 2014 il proprio quinto album: ad ogni disco Bruno Dorella, titolare del progetto, ha dovuto reinventarsi una parte della formazione, un gioco che fa parte dello spirito della sua creatura, che ha sempre accolto samurai senza padrone, pirati e gentiluomini che oggi ci sono, domani chissà. Alla fine dello stremante tour di Fenice se ne sono andati tutti. A quel punto Dorella se l'è presa con comodo ed ha scelto i nuovi membri uno ad uno. Il primo è stato il bassista Diego Pasini, già in forza a formazioni eterogenee come Action Men e Cacao. Poi sono arrivati Matteo Sideri alla batteria, ex Above The Tree and The E-Side, e Cristian Naldi alla chitarra, preparazione da conservatorio, usualmente dedito a progetti d'avanguardia in solo o in duo (citiamo solo Fulkanelli tra i tanti). L'immaginario del nuovo album sarà quello per cui i Ronin sono conosciuti da anni: un mondo dolcemente macabro, eroicamente perdente, epicamente morbido. Acciaio e carezza, sangue e fiori. I nuovi pezzi si rifanno ad una tradizione classica, popolare, melodica anche se complessa, suonati però con l'urgenza espressiva del punk, retroterra di tutta la formazione, ora più che mai composta da musicisti giovani ed entusiasti.
DISCOGRAFIA
ADAGIO FURIOSO (2014, Santeria / Tannen Records)
FENICE (2012 , Santeria / Tannen Records)
L'ULTIMO RE (2009, Ghost Records)
VOGLIAMO ANCHE LE ROSE (2008, Rhino Records / Warner Music)
LEMMING (2007, Ghost Records)
RONIN (2004, Ghost Records)
RONIN EP (2002, Bar la Muerte)
PRESENTAZIONE "ADAGIO FURIOSO"
Quando i Ronin annunciano un nuovo disco c'è sempre bisogno di un “previously on...”, come si trattasse di una serie tv. E infatti, prima di immergersi nel loro quinto album, si deve fare un passo indietro: eravamo rimasti allo splendido “Fenice”, cui era seguito un tour monstre tra l'Italia e l'Europa, così lungo, serrato e stremante da lasciare svariati pezzi per strada, con l'eccezione del deus ex machina e titolare del progetto Bruno Dorella. Ma nessuna catastrofe, perché fa parte dello spirito dei Ronin il reinventarsi continuamente, come un samurai senza padrone, come pirati e gentiluomini che oggi ci sono, domani chissà. Ci vuole ben altro a fermare Dorella, che tra OvO, Bachi da Pietra e Ronin (appunto) è sempre più un totem tra gli indipendenti italiani: si è preso il tempo necessario per scegliersi dei nuovi coprotagonisti, strumento per strumento, e ora (ri)comincia con Diego Pasini (Action Men e Cacao) al basso, Matteo Sideri (Ex Above The Tree And The E-Side) alla batteria e Cristian Naldi (Fulkanelli) alla chitarra, una formazione giovane ma già potentissima, nell'attitudine come nella tecnica musicale.
Con queste premesse è nato “Adagio Furioso”, un titolo più che mai rappresentativo ed evocativo nell'unire i sentimenti contrastanti che da sempre costituiscono l'anima di Dorella e dei Ronin, la tradizione classica e melodica con l'urgenza espressiva del punk, le carezze con le sferzate.
Sentimenti che si manifestano tutti nella lunghissima “La Cinese”, che apre il disco e che acquista epicità e spessore con gli archi di Nicola Manzan, mentre le tre successive “Ravenna”, “Gilgamesh” (con il flauto di Claudia Muratori) e “Caligula” danno un saggio delle diverse velocità in cui questi rinnovati Ronin amano tessere le proprie trame sonore, che partono dalle sei corde di Dorella ma che prendono tangenti differenti, si immergono, diventano giochi, si appoggiano sul basso o sui tantissimi colpi di batteria, rimangono nude o si stratificano fino alla saturazione. “Far Out” divide a metà il disco, ed è l'unico episodio cantato: Francesca Amati torna a collaborare con i Ronin prestando la propria voce e, insieme a Glauco Salvo (ovvero l'altra metà dei Comaneci) e all'ex Nicola Ratti, contribuisce a dare liquidità e respiro al pezzo; quasi un paradosso, visto che è l'unico brano suonato in sette. La traccia che dà il nome all'album, a cui ha contribuito Matt Howden (in arte Sieben) con il suo violino, è cadenzata e complessa, a volte sembra chiudersi su se stessa a volte si apre improvvisamente, mentre “Catfish” all'apparenza è più lineare ma nasconde giochi percussivi delicatissimi e chitarre che si arrampicano le une sulle altre. Idem per la nervosa “Preacher Man”, che sfoggia degli inserti quasi rock. Serra le fila “Ex”, inizialmente più dilatata e maggiormente nei canoni che hanno reso lo stile dei Ronin inconfondibile, subito prima di impazzire ed esplodere per un finale di disco da togliere il fiato.
Il tutto è stato preso e portato a Londra da Tommaso Colliva (Calibro 35, Muse), che ha mixato “Adagio Furioso” giocando sull'immaginario dei Ronin e restituendo un disco che è dolcemente macabro, eroicamente perdente, epicamente morbido. Esattamente come sono i Ronin, che nonostante gli anni e gli avvicendamenti hanno un'identità granitica, uno stile multiforme ma sempre riconoscibile, che si sviluppa come i movimenti della musica classica ma che strizza l'occhio alla Londra del 1975. E con “Adagio Furioso” lo dimostrano dal primo all'ultimo secondo.
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