Lunedì 31 ottobre al Nuvola Rossa "Oh... tu che mi suicidi"
Ore 19.00 Assemblea pubblica sui temi della salute mentale: riflessioni, proposte, iniziative
Ore 22.00 Spettacolo Oh... tu che mi suicidi - lettura/concerto della crudeltà
Qualche giorno prima dell’inaugurazione di una retrospettiva parigina dedicata a Van Gogh nel 1947, il gallerista Pierre Loeb suggerì ad Antonin Artaud (1896-1948) di scrivere un testo sul pittore. Contraddicendo la tesi dell’alienazione, Artaud s’impegnò a dimostrare come la lucidità suprema di Van Gogh turbasse le normali coscienze. Nell'estremo tentativo di impedirgli di pronunciare "insopportabili verità", coloro che si sentivano minacciati dalla sua pittura, spinsero l’artista al suicidio.
Sappiamo che in virtù di una pubblicazione Artaud era solito dettare i propri appunti, che poi rileggeva e ricorreggeva. La sua era una rappresentazione vivente... In questa rappresentazione la voce di Artaud relaziona di Van Gogh in una sorta di conferenza/spettacolo che vuole mettere sullo stesso piano tutte le anime creative che non trovano, come il triste pittore una ragione d'essere in questa società malata di protagonismo.
Sono anni che Antonello Cassinotti e Giancarlo Locatelli indagano la figura e le teorie sull'arte vivente di Antonin Artaud realizzando performance e spettacoli e cercando di metterle in pratica/in atto/in scena.
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