Verso la manifestazione del Primo marzo
Domenica scorsa, al termine della consueta Fiera della Decrescita al c.s.o.a. Cartella, è stato organizzato un pranzo sociale per sostenere la partecipazione alla manifestazione nazionale No Muos a Niscemi del primo marzo favorito dalla presenza di attivisti No Muos, in tour per promuovere le motivazioni che hanno portato la comunità niscemese a opporsi a questo progetto. Il M.U.O.S. (Mobile User Objective System) è un moderno sistema di telecomunicazioni satellitare della marina militare statunitense, composto da cinque satelliti geostazionari e quattro stazioni di terra, di cui una a Niscemi, dotate di tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri. Sarà utilizzato per il coordinamento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, in particolare i droni, aerei senza pilota allocati anche a Sigonella.
L’appuntamento domenicale è quindi diventato occasione per un incontro con alcuni membri del neo-costituito Comitato No Army chimiche di Gioia Tauro, da cui è scaturito un profondo momento di confronto e di discussione sulle problematiche legate alla presenza opprimente degli americani in Sicilia e a quello che può rappresentare il rischio di un presidio permanente della Marina USA Gioia Tauro.
La storia del Muos a Niscemi deve essere da monito per tutti, una vicenda che prima ha visto le istituzioni locali e nazionali impegnate a rassicurare le popolazione che nulla si sarebbe fatto, per arrivare invece quasi in sordina alla realizzazione di un mostro in barba a tutte le leggi nazionali sia riguardanti la realizzazione di opere all’interno di aree protette, sia riguardo le interdittive antimafia, dal momento che la ditta esecutrice dei lavori risulta sprovvista del relativo certificato. Un iter che ha visto la locale popolazione tenuta all’oscuro di tutta la vicenda fino all’ultimo e che oggi lo stesso copione potrebbe ripetersi a Gioia Tauro, la quale si va connotando come un possibile nodo strategico in un Mediterraneo sempre più militarizzato.
La necessità di un rapporto sempre più sinergico tra le realtà calabresi e siciliane, soprattutto quando in ballo ci sono questioni tanto vicine da poter essere considerate un’unica lotta, è stato l’argomento principale della discussione, soprattutto dal punto di vista della comunicazione: diffondere il più possibile le esperienze territoriali può far sì che, in altri contesti, si possano prevenire o smascherare questioni analoghe. Ma la vicinanza e la solidarietà da sole non possono bastare, ci si è quindi lasciati con la proposta di un incontro post manifestazione, per far convergere in una azione coordinata il popolo antimilitarista calabrese e quello siciliano.
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