Sabato 8 giugno il Comitato "Ripartiamo dai Servizi Pubblici" a Piazza Camagna
Difendere i servizi pubblici, difendere la gestione pubblica dei beni comuni, significa difendere la città e la possibilità di un futuro sostenibile
Invitiamo i cittadini, i lavoratori delle miste, tutte e tutti coloro che hanno a cuore le sorti della città, a partecipare all'iniziativa pubblica che si terrà a Piazza Camagna sabato 8 giugno alle ore 18.00
Cumuli di rifiuti dati alle fiamme, strade impraticabili e buie, centinaia di lavoratori privati di ogni prospettiva futura, cittadini esasperati da una tassazione comunale sempre più esagerata. Questo è il pantano in cui il Modello Reggio ha sprofondato la città. Lo specchio fedele di questa crisi è rappresentato dalle Società miste, nate con l’auspicio di gestire i servizi locali ma che, stando alle inchieste, sono state più impegnate a ingrassare clientele di varia natura che a dare servizi al cittadino, contribuendo ad aumentare la voragine del bilancio comunale. In questi mesi di proteste dei lavoratori e di disservizi dovuti alla grave mancanza di liquidità, diverse proposte per superare la situazione sono state avanzate dalla terna commissariale e dalle parti sociali. Proposte diverse per il “mercato” di riferimento ma tutte con la stessa impostazione di fondo: la gestione tramite S.p.A. - Società per Azioni. Siamo convinti che questa scelta sia errata, a prescindere se il capitale sia tutto in mani pubbliche o detenuto interamente da privati, o se si affianchi al pubblico un grosso privato oppure che le quote destinate ai privati vengano distribuite tra più soggetti. Noi semplicemente non vogliamo la gestione tramite Società per Azioni: vogliamo che i servizi locali siano gestiti in maniera pubblica e trasparente!
Perché dire NO alle $pA!
Tutte le SpA, anche quelle a capitale interamente pubblico, sono enti di diritto privato, la cui logica di gestione è finanziaria e finalizzata all’ottenimento di un utile di esercizio. Decenni di privatizzazioni, di trasformazioni da enti pubblici a SpA, hanno dimostrato che questa tendenza è dannosa per i cittadini che hanno visto le tariffe aumentare a fronte di un abbassamento della qualità dei servizi, e per gli stessi lavoratori che hanno visto peggiorare le loro condizioni di lavoro. Le vecchie Ferrovie dello Stato così come le Poste sono i classici esempi di gestioni privatistiche di servizi pubblici, e sono SpA con capitale sociale detenuto interamente dal pubblico: qualcuno pensa che i servizi siano migliorati? Inoltre lo sbandierato “obbligo” a gestioni privatistiche e al ricorso al privato è in aperto contrasto sia con l’esito dei Referendum del 2011, che con la Corte di giustizia dell’Unione europea che rimanda alle autorità pubbliche la possibilità di scegliere come “adempiere ai compiti di interesse pubblico”.
Perché sostenere la trasformazione in Aziende Speciali pubbliche
Diverse città italiane, come Napoli e Palermo tanto per citare due città metropolitane, hanno deciso di abbandonare la follia privatistica nella gestione di alcuni servizi, in particolare quello idrico, per costituire Aziende Speciali. Grazie a queste società di diritto pubblico, improntate sui “criteri di efficacia, efficienza ed economicità” si potranno abbassare i costi dei servizi e assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali, sollevando la comunità dal dovere di sobbarcarsi i costi del profitto d’impresa. Il modello pubblico di gestione garantisce, inoltre, alla comunità un rigoroso controllo sui costi e sulle attività: le Aziende Speciali sono infatti obbligate al pareggio di bilancio e sottoposte ai controlli del Consiglio comunale e della Corte dei Conti. Sarebbe anche l’occasione per sperimentare nuove forme di organizzazione dei servizi che uniscano il vantaggio economico e sociale per la comunità, alla tutela della dignità e della professionalità della forza lavoro impiegata, oltre al rigoroso contenimento dei costi per gli incarichi di direzione, attraverso la regolamentazione di forme di partecipazione attiva alle decisioni sugli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione, aperte per esempio ai lavoratori dei servizi interessati, agli abitanti del territorio, alle associazioni ambientaliste e alle associazioni dei consumatori.
Comitato “Ripartiamo dai Servizi Pubblici”
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