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Giugno
18
2014

PER UN NUOVO MODELLO DI GESTIONE DEI RIFIUTI IN CALABRIA

Scritto da c.s.o.a. Angelina Cartella

Il territorio calabrese, dopo anni di gestione emergenziale dei rifiuti, versa tuttora in una situazione drammatica, con le strade invase dalla spazzatura e con l'unica prospettiva, offerta dalla Regione, dell'apertura di nuove discariche e di impianti sempre più imponenti.
Poche sono quelle realtà virtuose che hanno individuato, nella raccolta differenziata porta a porta, l'unica modalità capace di assicurare un servizio efficiente ai cittadini, rendendo concreto quello slogan, così spesso abusato, della necessità di trasformare i rifiuti in ricchezza.
Tra queste abbiamo sempre guardato con attenzione all'esperienza di Saracena, che ha deciso, inoltre, che quella ricchezza prodotta deve rimanere nelle mani della collettività, sotto forma di lavoro e servizi, affidando l'attività di raccolta dei rifiuti ed il Servizio Idrico Integrato ad un'azienda speciale di diritto pubblico, unico caso in Italia.
Questo modello, sicuramente migliorabile e perfettibile, oggi cerca di allagarsi, promuovendo la nascita di un consorzio di comuni virtuosi, e noi intendiamo sostenere proprio questo tentativo, nella convinzione che sia questa una strada da percorrere per uscire definitivamente da una gestione scellerata.
Ma affinché questa esperienza sia più incisiva, riteniamo indispensabile evidenziare alcuni punti.
Il primo è che non basta raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previste dalle leggi nazionali: è importante che si adotti concretamente la Strategia Rifiuti Zero, quindi puntare - in una prima fase - alla riduzione a monte, al recupero e al riciclo di percentuali sempre maggiori di rifiuti. A questo proposito i sindaci dovrebbero farsi promotori di una attività educativa permanente che vada a ribaltare stili di vita, modalità di produzione che tendano, in prospettiva, all'eliminazione del rifiuto in quanto tale.
Il secondo consiste nella necessità di una gestione pubblica che lasci ai territori la ricchezza prodotta. Il concetto di pubblico, tuttavia,  da solo non basta, deve infatti essere affiancato a quello di partecipazione: è necessario far sì che i cittadini, attraverso comitati e associazioni, possano fattivamente contribuire alle politiche gestionali dell'azienda consortile.
Come terzo punto, infine, riteniamo che i sindaci debbano farsi parte attiva nel contrastare quelle politiche regionali che incentivino il procrastinarsi dello stato emergenziale. Al fine di scongiurare ulteriori disagi territoriali e devastazioni ambientali, l'unica strada è una maggiore assunzione di responsabilità da parte delle amministrazioni comunali, salvaguardando l'integrità territoriale, non solo per quanto riguarda aspetti tecnici e amministrativi, ma come reale interessamento alla qualità ambientale.
In quest'ottica i comitati territoriali calabresi riconoscono il percorso di questo consorzio, come primo passo tangibile verso la realizzazione di un percorso virtuoso di gestione pubblica e partecipata dei servizi di pubblica utilità.

Piano di Novacco, terra di Calabria,domenica 15 giugno 2014.

Coordinamento regionale comitati ambientali calabresi