Bonifichiamo i 44 ettari della mega discarica dello Zimbario?
Sì, ma per costruirne una di servizio per l’inceneritore di rifiuti, da un milione di tonnellate!
Fino ad oggi nessuna comunicazione ufficiale alla cittadinanza, solo qualche articolo sui quotidiani e “voci di corridoio” che parlano di una proposta fatta al Comune di Rosarno da Veolia, la multinazionale francese proprietaria dell’inceneritore che, in contrada Cicerna, brucia il combustibile da rifiuti di tutta la Calabria.
A fronte della realizzazione di fatto della più grande discarica della regione, che ospiterebbe ceneri pesanti, scorie e rifiuti residui dell’inceneritore, i francesi proporrebbero alcune opere compensative tra cui serre per coltivazione, una centrale fotovoltaica (i cui introiti andrebbero per 10 anni alla stessa Veolia), aree ludiche, impianti sportivi, royalties e la bonifica dell’area. Ora, sull’idea delle serre per la coltivazione, gli impianti sportivi e le aree ludiche non ci sentiamo nemmeno di commentare, tanto ci sembra grottesca (ce le immaginiamo le famiglie di Rosarno e delle città vicine vanno a fare il picnic o a fare sport vicino ad una megadiscarica maleodorante?). Se poi ci si vuole rendere conto di cos’è una discarica di servizio, basta andare a visitare quella di contrada Marrella, dove Veolia, nonostante sia quasi esaurita, fa arrivare a proprio piacimento oltre alle ceneri e scarti dell’inceneritore anche i rifiuti tal quali provenienti da altre province, come da noi ampiamente documentato e denunciato.
Ma cosa significa, per lor signori, la “bonifica” dell’area? Sembrerebbe che intendano raccogliere tutti i rifiuti sparsi e stiparli da una sola parte (alla faccia della bonifica!!!) Lo Zimbario è stato per circa 30 anni una discarica non a norma (senza teli di protezione), dove sono state sversate migliaia di tonnellate di rifiuti tal quali, il cui pericolosissimo percolato è andato giù per metri e metri inquinando irreparabilmente il terreno sottostante e le falde acquifere che in quella zona sono a pochissimi metri di profondità. Questo significa che nessuna bonifica è possibile in quell’area!
La discarica è stata chiusa da circa 10 anni, e il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti la annovera tra quelle a medio rischio, verrebbe da chiedersi quindi come mai tutta questa fretta per “bonificarla”? Sembrerebbe che la molla che ha fatto scattare questa urgenza siano le royalties (compensi che entreranno nelle casse comunali) oppure considerazioni del tipo “tanto se non la facciamo noi la fanno da un’altra parte”: è proprio grazie a questa logica che la Piana è stata sempre terra di conquista e di profitti a basso costo! L’idea di realizzare una discarica vicino a fonti d’acqua a cielo aperto, nel bel mezzo di colture di eccellenza, come kiwi, ulivi e agrumi, nella terza provincia d’Italia produttrice di olio di oliva è quanto di più incomprensibile una mente umana possa concepire. Così come risulta incomprensibile la favorevole posizione del Comune di Rosarno, che avvia un progetto di raccolta differenziata porta a porta che sta funzionando bene, che il 21 novembre 2007 sottoscrive il durissimo documento della Conferenza dei Sindaci, che denuncia “l’insano progetto di creare una Piana pattumiera del sud”, mirando a “tutelare la salute dei cittadini, il territorio, la sua vocazione agricola e turistica”. Ci chiediamo inoltre che senso abbia avuto la partecipazione del sindaco, con tanto di fascia tricolore, alla manifestazione di Gioia Tauro del 22 dicembre 2007 contro le devastazioni ambientali che stanno compromettendo irrimediabilmente la salute ed il futuro della nostra terra.
A quando le comunicazioni ufficiali ed il coinvolgimento dei cittadini e degli agricoltori della zona?
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