Realizzare 50 nuovi inceneritori!
È quanto sostengono gli ambientalisti… di Confindustria! Infatti l’ANIDA (Associazione Nazionale Imprese per la Difesa dell’Ambiente!) suggerisce, in una sua recente proposta, la realizzazione di 50 nuovi inceneritori da 250mila tonnellate entro il 2020. É un modo un po’ particolare, quello di Confindustria, di “difendere” l’ambiente: promuovere la costruzione di impianti che la legge classifica come “insalubri di prima classe”!
Proprio qualche mese fa, l’Unione Europea ha fissato le misure per ridurre la produzione di rifiuti, imponendo la promozione della raccolta differenziata e limitando il ricorso all’incenerimento, a favore del riutilizzo e del riciclaggio. Addirittura, in un passaggio di questa direttiva, viene sottolineato che gli Stati membri «non dovrebbero promuovere, laddove possibile, lo smaltimento in discarica o l’incenerimento di materiali riciclati».
Invece l’ANIDA, incurante di tutto ciò, insegue l’obiettivo di arrivare a bruciare il 40% dei rifiuti prodotti! L’Italia diventerebbe così il secondo paese inceneritorista in Europa, dopo la Danimarca. Per arrivare a questo “risultato” bisognerà naturalmente disincentivare le alternative come il Trattamento Meccanico Biologico, i Centri di Riciclo e la stessa Raccolta Differenziata. Tra l’altro, per l’ANIDA, operazioni come la separazione del CDR dal rifiuto “tal quale” rappresentano solamente dei costi superflui perché i nuovi moderni ultratecnologici inceneritori possono bruciare di tutto. Chissà cosa ne pensano i verdi industriali nostrani di questi ambientalisti “del NO” che siedono sugli scranni del Parlamento Europeo?
Il vero sogno di questa lobby degli inceneritoristi è quello di veder reintrodurre i Cip6 per tutti gli impianti in progetto o in corso di costruzione: il governo Prodi, proprio per adeguarsi alle normative europee, aveva tolto questi finanziamenti ai nuovi impianti, salvo poi reintrodurli in deroga a quelli campani, visto che le grandi società si erano tutte ritirate dalla gara d’appalto! Ed infatti, senza i finanziamenti dei Cip6, gli inceneritori sarebbero economicamente svantaggiosi: altro che “valorizzazione” dei rifiuti!
Se ne accorgeranno bene le nostre tasche. Questa operazione ci potrebbe costare infatti tre volte: la prima nel finanziare 7 miliardi in 7 anni per costruire gli inceneritori, la seconda nel pagare attraverso i Cip6 l’energia prodotta ad un prezzo quattro volte maggiore rispetto quella “tradizionale”, la terza nel pagare le probabili multe che ci comminerà l’Unione Europea per nuove procedure di infrazione!
Per non parlare poi dei ben più gravi rischi per la salute…
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