O la borsa o la vita!
Con questa intimazione, un tempo, i furfanti erano soliti fermare gli incauti passanti per poi rapinarli dei loro i beni.
I tempi cambiano e così anche i personaggi e le frasi di rito: i nuovi predoni sono banche e inceneritoristi, le vittime odierne sono i Comuni e quindi noi cittadini, la formula moderna diventa “delivery or pay” (consegna o paga)!
In cosa consista questa ingiunzione lo spiega l’ing.Paolo Rabitti nel suo libro “Ecoballe”, il racconto della squallida catena di illeciti e inadempienze che hanno causato l’emergenza rifiuti in Campania.
Tutto ha inizio nel 1998 quando Giuseppe Zadra, direttore generale dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), invia una lettera all’allora commissario, nonché Presidente della Regione Campania, Antonio Rastrelli, mettendo il becco nella Gara d’appalto europea per la gestione dei rifiuti. Nella sua nota, l’ABI manifesta una forte preoccupazione: l’avvio della raccolta differenziata comporterà un calo della quantità di rifiuti da portare negli impianti di CDR, provocando conseguenze economiche negative alla società vincitrice dell’appalto.
Da qui la richiesta alla Regione di prevedere delle quantità minime di rifiuti da conferire, secondo un meccanismo (appunto il “delivery or pay”) attraverso il quale i Comuni, nel caso non raggiungessero la quantità minima fissata, avrebbero dovuto pagare anche per quella mancante.
Alla faccia dell’incentivazione della raccolta differenziata!
Rastrelli risponde a Zadra dicendo che ormai la gara d’appalto è in corso, quindi non è possibile modificare le condizioni; però a giochi fatti, attraverso la definizione dei contratti e degli accordi di programma, quelle proposte sarebbero state riconsiderate.
La gara sarà vinta poi dalla FIBE, del gruppo Impregilo, grazie ad un’offerta condizionata proprio dal positivo accoglimento delle indicazioni dell’ABI!
Così, anche se non è mai stata formalizzata, la regola del “consegna o paga” in questi anni è stata prassi in Campania, comportando il boicottaggio di ogni forma di raccolta differenziata e la produzione di un CDR, le famose ecoballe, fatto di rifiuti indifferenziati, e quindi contro le normative europee.
La questione è, naturalmente, tutta economica perché, con il prezzo attuale del petrolio, il CDR è diventato conveniente per impianti di altro tipo (cementifici, altoforni, fornaci, centrali termoelettriche e persino navi), che se lo disputano come additivo al combustibile di base.
E l’Impregilo non poteva certo far bruciare il suo prezioso CDR ad altri, perdendo così gli enormi introiti provenienti dai Cip6: perciò ha riempito di ecoballe tutta la Campania, in attesa di poter costruire i suoi inceneritori!
Oggi il pericolo che questa formula venga esportata anche nelle altre regioni non è affatto remoto: in Sicilia è già stato siglato un accordo di massima per introdurre il “delivery or pay” nel nuovo Piano regionale.
E in Calabria a che punto siamo?
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