L'emergenza infinita dei rifiuti in Calabria
“Unità di vedute tra Loiero ed il prefetto Sottile”, “Uscire presto dalla gestione straordinaria”: ecco alcuni dei risultati strabilianti della recente riunione a Palazzo Alemanni sull’Emergenza Rifiuti in Calabria.
Verrebbe anche da riderci sopra, per quante volte abbiamo sentito dichiarazioni come queste, ma il problema è serio e ci riguarda molto da vicino.
Che cosa rappresenti questa parolina magica nel nostro Bel Paese, ce lo ricordano la Commissione Europea, la Corte dei Conti, un Prefetto galantuomo (Ruggiero), un magistrato coraggioso (De Magistris) e qualche giornalista non asservito.
In pratica è lo Stato che aggira le proprie regole, un sistema semplicissimo e geniale per fare in fretta e aprire ogni porta: si individua il “problema da risolvere”, si dichiara lo "stato di emergenza" che permette di aggirare una marea di pratiche e trafile, si nomina un "commissario" e il gioco è fatto.
Da noi la farsa dura dal 1997, quando viene “lanciato l'allarme”: situazione critica e raccolta differenziata praticamente inesistente. Per ovviare all'incapacità della Regione viene nominato il Commissario Delegato all’emergenza rifiuti che, a stretto contatto con sindaci, province e regione, deve far rientrare l’emergenza nel più breve tempo possibile.
A parte l'inchiesta Poseidone e qualche buon libro, vale la pena di ricordare la Corte dei Conti all'inizio del 2007: appalti dati a trattativa privata "in violazione della normativa comunitaria", commesse milionarie distribuite agli amici, gare vinte con ribassi modestissimi subito compensati da perizie di variante...
Ed infine, l'esplosiva relazione dell'ex commissario, Prefetto Ruggiero che, lasciato solo, a gennaio 2007, dopo 78 giorni sbatteva la porta dichiarando amaramente: "Molto altro ancora potrebbe essere illustrato, se valesse la pena di raccontare, avendo tempo e modo. E soprattutto scopo". 41 dipendenti che nessuno aveva mai visto. Entrate ed uscite annotate su foglietti volanti. Oltre 223 milioni di euro di debiti a fronte di un saldo di cassa dichiarato di 45 milioni.
Di fronte a un rapporto così esplosivo, invece di porre fine a quella vergogna, vengono nominati un nuovo commissario e due sub-commissari. Finché finalmente, mentre il governatore dichiara "torniamo alla normalità" e "non saremo come la Campania"e Bertolaso comunica alla regione che può rientrare nella gestione ordinaria, Roma decide basta con l'emergenza, fatta salva, si capisce, una proroga fino a giugno del 2008. Emergenza finita? Manco per sogno! Oggi c'è un altro Commissario, la raccolta differenziata è sempre ai minimi termini e lo spettro di Napoli viene agitato ad arte per giustificare l'ennesima proroga di questo incomprensibile, lunghissimo, deleterio commissariamento che ha bruciato oltre 900 milioni di euro, inquina la società, compromette il nostro futuro, frustra le nostre speranze e annienta il nostro vivere civile.
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