Le accuse al Comitato PrendoCasa di Cosenza hanno del grottesco
Abitare è un diritto e non un delitto
A distanza di pochi giorni dallo sgombero dello stabile cosentino occupato da una trentina di famiglie e dal Collettivo “PrendoCasa”, di proprietà della congregazione del Sacro Cuore del Verbo incarnato, siamo costretti a ribadire la nostra più totale solidarietà alle compagne e ai compagni del PrendoCasa. Da alcuni articoli di stampa leggiamo infatti che la Procura cosentina, abituata a elaborare teoremi fantasiosi e paranoici come quello del Sud Ribelle, ne ha sparato un’altra di quelle grosse, e cioè che dietro le varie occupazioni a scopo abitativo ci sia un’associazione a delinquere finalizzata a estorcere denaro ai senzacasa.
Queste accuse infamanti fanno il paio con la più generale campagna persecutoria che in tutta Italia si sta spiegando contro i movimenti per il diritto all’abitare: sgomberi, manganellate, leggi "ad hoc" come l’articolo 5 del decreto Lupi, campagne diffamatorie sulla stampa e inchieste inverosimili finalizzate a criminalizzare un movimento che cerca di dare risposte collettive a fronte di diritti negati.
Il “rottamatore”, ancor più spavaldo dopo il successo conseguito alle europee e con la Magistratura ad affiancarlo, ha lanciato una massiccia offensiva volta a reprimere ogni forma di dissenso e spianare ancor più la strada a quelle politiche liberiste, fatte di austerity e privatizzazioni, che tanto piacciono a Renzi & co.
La nostra più totale solidarietà e complicità al PrendoCasa di Cosenza e a tutte le vittime di questa campagna repressiva in atto in Italia, volta a succhiare ai poveri le ultime gocce di sangue e a favorire lo sciacallaggio di chi, non sapendo più dove trarre profitto, depreda il diritto alla casa, all'acqua pubblica, ad un territorio sano, al rispetto dei minimi diritti e tutele sul lavoro.
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