Energia, energia, ancora energia…
Viviamo nel costante assillo di costruire centrali per produrre sempre più energia, con la paura cronica di ricadere nel buio… Era il 28 settembre 2003 quando un black-out paralizzò per alcune ore l’Italia: fu il panico per gli italiani che, senza l’energia elettrica, si sentirono impotenti, indifesi, incapaci. Le indagini hanno dimostrato quanto quel black-out si sarebbe potuto evitare e che l’unico responsabile fosse da individuare nell’Enel, dimostratasi in quella occasione assolutamente inefficiente. L’Enel infatti intasca centinaia di migliaia di euro per garantire la disponibilità di alcune centrali da avviare in caso di necessità, ma quella notte questi impianti rimasero spenti causando il black-out. Per evitare l’apertura di un’istruttoria l’Enel versò l’irrisoria somma di 50mila euro, e così il caso fu archiviato.
Ma quella paura, alimentata anche da tutta una serie di “distacchi programmati” giustificati dal rischio di nuovi black-out, è stata l’alibi per arrivare, nel 2004, al decreto “sblocca centrali” dell’allora ministro Marzano. Miracolosamente i distacchi cessarono, contemporaneamente all’autorizzazione alla costruzione di decine e decine di nuove centrali in tutta Italia. La Calabria, come osserva pomposamente Terna, produce energia per il resto della nazione; quello che non dice è che questo ha un costo notevole: distruzione di intere fette di territorio per permettere la costruzione degli impianti o per far passare gli elettrodotti e trasportare così l’energia prodotta, l’inevitabile perdita - e quindi spreco – di energia dovuta al trasporto, l’aumento dell’inquinamento sia ambientale che elettromagnetico.
E così si continua ad investire milioni di euro nella produzione di energia dalle fonti più disparate, alcune obsolete come il carbone, altre in via di esaurimento come il petrolio e lo stesso uranio su cui ormai Marcegaglia e compagnia puntano decisamente.
Ma quando si inizierà finalmente ad investire seriamente nel risparmio energetico, unico modo per evitare black-out senza devastare la salute e l’ambiente?
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