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Ottobre
28
2010

La Rete No Ponte è solidale con la popolazione di Terzigno

Scritto da Rete No Ponte

Giungono da Terzigno notizie di perquisizioni e fermi operati dalle forze dell’ordine nei confronti di manifestanti contrari alla discarica che mette in discussione la salute ed il futuro di un’intera popolazione. Non sarebbe che l’ennesima dimostrazione che la risposta che il Governo intende dare nei confronti delle proteste di donne e uomini che si battono in difesa del proprio territorio e della sua vivibilità è solo di natura repressiva.
La lotta per una giusta causa viene tradotta in un problema di ordine pubblico.

Eppure l’esempio che quelle donne e quegli uomini stanno dando è molto importante perché dimostra che, attraverso la determinazione e il coraggio, è possibile opporsi anche ai progetti più devastanti.

Facciamo nostre le parole di Erri De Luca: “A Terzigno come già in Val di Susa, una comunità, tutta e intera, si batte per il diritto non trattabile alla vita, alla salute, all'aria, almeno quella pulita. Niente significa la promessa, con l'aiuto del vento, di liberare il naso da umori nauseanti: resta ammorbata l'aria intorno a una discarica, pure se sa di prosciutto e fichi. Terzigno si batte all'unanimità di vite, età mestieri differenti ricorrendo all'estrema risorsa di opposizione, dopo averle sperimentate invano tutte: la rivolta. Non cederanno, anzi. Sono arrivati all'ultimo gradino della penitenza, da lì si è schiacciati o si vince. Chiamano "Rotonda della Resistenza" lo svincolo che smista vie a Boscoreale. Condivido e aggiungo : No pasaràn. Non passerà l'autorità che chiama emergenza l'effetto della sua incompetenza. Non passerà l'arbitrio di degradare una comunità a lazzaretto. Non passerà nessuna misura imposta con la forza, che ormai non è giusto definire pubblica. E' di parte e di una parte che ha torto. Parte lesa è Terzigno che ha preso in mano il suo destino e non se lo fa più spupazzare. Magnifica è già stata la loro pubblica respinta di indennizzi e compensi.”

Esprimiamo, quindi, la nostra solidarietà alla popolazione resistente di Terzigno non come atto formale, ma perché il loro movimento ci parla del nostro movimento contro una grande opera inutile e devastante. Da quel movimento impariamo la determinazione necessaria. Da quelle donne e da quegli uomini impariamo che è necessario non cedere ai meccanismi compensativi. Quei meccanismi che prevedono lo scambio tra denaro e salute, denaro e vita, denaro e salvaguardia del territorio.

Esprimiamo la nostra solidarietà perché anche nei nostri territori la risposta alle mobilitazioni ha spesso il segno della repressione. Decine di denunce gravano infatti sul futuro di studenti, lavoratori, attivisti delle reti sociali impegnati nelle lotte degli ultimi anni.