Da Sergi (Ethos)
Brucia,durante la notte, il centro “cartella” e di fronte a questo atto violento e allo stesso tempo Intimidatorio non vi possono essere se o ma: la condanna deve necessariamente essere totale e senza alcun distinguo.
Ma la temperatura è alta in tutta la città ,le forti tensioni economiche, politiche, sociali, si avvertono e si vivono giornalmente sulla nostra pelle o toccano da vicino le nostre famiglie, i nostri amici.
In un contesto così esplosivo, tempo addietro, ci siamo permessi di far notare come la città fosse seduta su una polveriera con lo scopo di richiamare tutti i cittadini, ma sopratutto tutta la classe dirigente, a comportamenti consoni al momento storico che stiamo attraversando.
Evidentemente non si chiedeva di rinunciare alla politica ma al contrario di incominciare a Praticarla tutti nel solco di una discussione che mettesse al centro “le cose” e non “le persone”.
Basta con i comunicati stampa gaudenti e plaudenti a favore di questo o quel provvedimento, basta con i soliti commenti sul questo o quel sondaggio, basta con gli attacchi “ad personam”che molto spesso confondono l'oggetto con il soggetto.
Certo, vi sono responsabilità diverse che non si possono e non si devono unificare in un unico calderone ma non sta a noi trarre le conclusioni, sono i cittadini che devono farlo, sono loro l'ultima istanza verso i quali gli atti politici sono rivolti altrimenti si rischia l'autoreferenzialità.
Bruciano anche alcune parole, ma dietro di loro bruciano la loro vita e le loro speranze di tanti nostri concittadini:”bruciano” GDM, LEONIA, MULTISERVIZI, ACQUEREGGINE, il terzo settore, i precari della scuola e non, bruciano le imprese stritolate fra crediti non incassati e la stretta creditizia, bruciano i nostri figli emigranti per obbligo e non per scelta, bruciano e vacillano le vecchie certezze.
Possiamo, alla luce di quanto scritto, farci travolgere dagli eventi e continuare a registrare le criticità che ci circondano come notai diligenti o provare a cambiare la realtà partendo da proposte concrete e partecipate.
Se si rinuncia ad occupare gli spazi della politica altri li occuperanno e non è detto che i loro metodi si debbano basare su principi democratici.
Chi pratica la politica dello scontro non aspetta altro che lo scontro e più tensione sociale si riesce a fomentare e più probabilità vi sono per emergere.
Tanto più se si trovano rappresentanti delle istituzioni ben disposti ad aprire le porte.
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