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Marzo
09
2012

Assemblea pubblica: "Quale futuro per il movimento NoPonte"

Scritto da Rete No Ponte - Comunità dello Stretto

Sabato 24 marzo alle ore 9.30, al Salone dei mosaici della Stazione marittima di Messina

Il Ponte sullo Stretto de-finanziato lo abbiamo già conosciuto. Era il tempo del Governo Prodi e la forte pressione del Movimento No Ponte era riuscita a spostare la posizione di forze politiche precedentemente favorevoli alla grande opera. Il "mostro sullo Stretto" venne inserito tra le opere non prioritarie. Per tutti era ormai la fine di un incubo. Colpevolmente il Governo Prodi lasciò in piedi il contratto con Impregilo e non sciolse la Stretto di Messina Spa, società concessionaria per la progettazione e la costruzione del Ponte. Fu gioco facile per un Berlusconi nuovamente al posto di comando rilanciare l'opera. Nel solo 2010, la stagione delle trivelle, vennero spesi 110 milioni di euro in sondaggi e progettazione, con un impatto risibile per l'area dello Stretto in termini di ritorno economico e occupazione.

Oggi il Ponte è nuovamente de-finanziato. Il nuovo Governo manifesta un evidente disinteresse nei confronti dell'opera e, ciò che è più importante, il Ponte sullo Stretto è ormai fuori dai corridoi di trasporto europei. Si tratta, questo, di un aspetto davvero significativo perchè nella fase della grande crisi del debito pubblico la selezione delle opere da finanziare verrà fatta, ormai è consolidato, proprio privilegiando quelle che rientrano nei corridoi. I nuovi meccanismi di finanziamento saranno basati sulla ricerca di risorse da recuperare sui mercati finanziari (Fondi sovrani, Fondi pensione...) e verranno sostenuti da project bond garantiti dall'Europa. Ecco, quindi che, allo stato, il futuro del Ponte è molto improbabile.

Nonostante queste evidenze, dal Governo arrivano pronunciamenti che prevederebbero una sospensione e non una cancellazione dell'opera. La situazione è, quindi, molto pericolosa perchè, comunque, rimane il rischio di lasciare aperta una partita che si manifesta come una vera e propria ipoteca sul territorio. Ancora oggi la Stretto di Messina Spa è un costo per la comunità, ancora poco tempo fa il più importante giornale locale riportava il bando per l'apertura di un mutuo di 11 milioni di euro finalizzato a finanziare il cantiere di Cannitello, recentemente Rete ferroviaria italiana avrebbe richiesto al ministero dell'Ambiente di avviare la procedura di Valutazione di impatto ambientale sui nuovi collegamenti ferroviari tra il ponte e le linee storiche di collegamento con Reggio Calabria e Gioia Tauro, infine Eurolink (General Contractor per il Ponte) ha ancora nella propria disponibilità uno stabile di proprietà dell'Università di Messina. Insomma, il Ponte costa anche se non lo si fa e se non lo si cancella rimane il rischio di rivederselo rilanciato al mutare del quadro politico nazionale. Infine, l'eventuale approvazione del progetto definitivo rischierebbe di aprire tutta la partita delle penali (centinaia di milioni di euro).

E' importante, quindi, non abbassare la guardia e rilanciare e continuare la mobilitazione affinchè venga rescisso il contratto con Impregilo, venga sciolta la Stretto di Messina Spa, non si riconosca alcuna penale nei confronti delle consociate in Eurolink e si imponga di investire le risorse destinate al ponte per infrastrutture utili al territorio interessato dall'opera.